Mindfulness significa consapevolezza, o meglio meditazione consapevole.
Consiste nel mantenere una consapevolezza momento per momento dei nostri pensieri, sentimenti, sensazioni corporee e ambiente circostante, attraverso una lente gentile e costruttiva.
La consapevolezza implica anche l’accettazione, il che significa che prestiamo attenzione ai nostri pensieri e sentimenti senza giudicarli, senza credere, per esempio, che ci sia un modo «giusto» o «sbagliato» di pensare o sentire in un dato momento.
Quando pratichiamo la mindfulness, i nostri pensieri si sintonizzano su ciò che stiamo percependo nel momento presente, piuttosto che rielaborare il passato o immaginare il futuro.
L’addestramento alla consapevolezza si è rivelato molto utile nel trattamento dell’uso di sostanze
Uno studio finanziato dal NIDA ( National Institute on drug abuse https://www.drugabuse.gov/ ) ha dimostrato che un programma di mindfulness, per allenare la consapevolezza individuale,è associato a risultati migliori per le donne che cercano un trattamento efficace per i disturbi da uso di sostanze.
Alle donne dello studio sono state insegnate le abilità relative all’identificazione e alla percezione dei segnali interni, che sono progettati per promuovere l’auto-cura e la regolazione delle emozioni.
In modo particolare la pratica mindfulness si dimostra utile nel momento del craving o più in generale nel momento in cui il soggetto sente il “richiamo” della sostanza. La meditazione consapevole permette di capire quali emozioni e pensieri muovono questo desiderio e aiutano la persona a prendersi cura di sé in modo più efficace o a chiedere aiuto in maniera più tempestiva.
Lo studio è stato svolto dai ricercatori dell’Università di Washington e dell’Università dello Utah.
Già da diversi anni la mindfulness è impiegata, a fianco di una seria terapia cognitivo comportamentale, nel trattamento delle dipendenze patologiche, ma con questo studio emergono importanti evidenze scientifiche a favore di questa pratica che una volta appresa può essere praticata dal paziente anche in diversi momenti della giornata senza il supporto del terapeuta.

Psicologa cognitivo comportamentale, laureata all’Università degli Studi di Torino nel 2007. Affiancata dalla scuola di Psicoterapia Cognitiva APC di Verona (in corso di completamento).
Si occupa di dipendenze patologiche e new addictions dal 2009. Ha lavorato con i disturbi del comportamento alimentare; in comunità terapeutico riabilitativa per tossicodipendenti, nello specifico si è occupata di dipendenza da sostanze psicoattive, gioco d’azzardo e alcolismo.
Oggi con il Ce.B.S. onlus si occupa di gruppi di sostegno alle famiglie dei dipendenti patologici e tiene corsi di prevenzione dalle dipendenze e dalle new addictions.
Svolge attività clinica come terapeuta individuale in studio privato a Brescia e a Poncarale.